Emre Can, dalla Juve alla finale di Champions: “Ora tutti zitti e guardatemi”

L'ex bianconero esulta alla fine per l'obiettivo centrato con il Borussia Dortmund: "Il risultato di un duro lavoro"

Il Borussia Dortmund ha raggiunto la finale di Champions League battendo il Psg nel doppio confronto, guidato anche dall'esperienza del capitano Emre Can. Il centrocampista è riuscito a ritrovare una finale e ironi della sorte proprio a 11 anni dall'ultima volta. Era a Wembley e una finale tutta tedesca tra gialloneri e il Bayern Monaco, dove lui riuscii a sollevare il trofeo proprio con i bavaresi. Quest'anno la sorte potrebbe regalare un nuovo derby e ancora nel teatro dello stadio inglese. Al termine della gara il centrocampista tedesco, di origini turche, ha parlato a Sky Sport, tantissime le emozioni per l'ex Juve (in bianconero per due stagioni tra il 2018 e 2020). 

Emre Can, critiche e finale di Champions

Emre Can ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo aver esultato assieme ai suoi compagni e ai tifosi tedeschi giunti a Parigi per seguire la semifinale di ritorno: "All'estero ho uno status completamente diverso. Per esempio, in Inghilterra non so perché. Forse rispettano di più i miei risultati o mi apprezzano di più come giocatore. In Germania sono sempre stato criticato di più, anche se so di non aver giocato il mio miglior calcio a Dortmund". E in qualche modo queste critiche le ha zittite: "Ci sono così tante persone che parlano sempre e dicono che non sono così bravo. Ora devono stare zitti e vedermi in finale".

Poi ha analizzato il doppio confronto contro la squadra allenata da Luis Enrique: "Siamo una grande squadra e le partite che abbiamo giocato sono state incredibili. Se non subisci nemmeno un gol contro il PSG, vuol dire che ci hai messo tanta qualità". A chiudere sulla finale di Champions League: "Sono orgoglioso di essere il capitano di questa squadra. Sono molto emozionato e orgoglioso allo stesso tempo. Tutto questo è il risultato di un duro lavoro. Siamo in finale e ora speriamo di vincerla". 

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